Legge 104/1992 - Effettivi sulla pensione
Come è noto e sarà sicuramente capitato a molti, i permessi della legge 104 hanno sempre generato numerose problematiche sia da parte dei soggetti deputati alla loro concessione,sia dai soggetti che debbono per legge regolerne la fiscalità. Atteso ciò è doveroso precisare che i permessi consentiti dalla famosa “legge 104/92”, sia i tre giorni mensili, sia i due anni retribuiti, non comportano conseguenze sull’importo della pensione e sulla data di pensionamento. Tali periodi di congedo, infatti, essendo coperti da contribuzione, sono valutabili per intero ai fini della maturazione del diritto a pensione. Ricordiamo che l’indennità corrisposta durante il periodo di congedo straordinario di 2 anni corrisponde all’ultima retribuzione, con riferimento alle voci fisse e continuative del trattamento, e fino a un importo complessivo massimo di 43.579,06 euro annui” (il riferimento è relativo all'importo all’anno 2010), da rivalutarsi annualmente, a decorrere dall’anno 2011, sulla base della variazione dell’indice Istat dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati. A tal proposito, il Dipartimento della Funzione Pubblica ha specificato ulteriormente che “l’indennità è corrisposta nella misura dell’ultima retribuzione percepita, cioè quella del’ultimo mese di lavoro che precede il congedo, con esclusione degli elementi variabili della retribuzione accessoria, che non abbiano, cioè, carattere fisso e continuativo”. In ultimo, giova rappresnetare che i due anni retribuiti possono essere utilizzati anche in maniera frazionata, in modo da essere distribuiti su più di due annualità. Va da se che questi è è fruibile a giorni interi e non ad ore.
Drssa Anna SERRA Logopedista
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